Che cos'hanno in comune una coppia di innamorati e due amanti del basket nel giorno di San Valentino? Semplice, la passione. Ovviamente parlo di due passioni diverse: una per il partner, l'altra per il basket. Infatti quest'anno l'All Star week end si è tenuto parallelamente alla festa degli innamorati. E se quindi non avete ancora trovato l'anima gemella ma siete degli appassionati di basket Nba sono sicuro che non vi siate annoiati.
Ma andiamo per ordine. È stato un All Star Game particolare e per certi versi unico. Infatti è stato l'ultimo All Star Game di un'icona del basket contemporaneo ovvero Kobe Bryant. In più per la prima volta nella storia dell'Nba la location del week end delle "stelle" non si è tenuta in territorio statunitense ma in Canada, ovvero a Toronto. Come ogni anno la manifestazione è durata tre giorni: venerdì 12 febbraio si è tenuto il Rising Star Challenge, sabato 13 febbraio lo Skills Challenge,lo Shootout Three Point Contest, lo Slam Dunk Contest e infine come gran finale il 14 febbraio l'All Star Game vero e proprio.
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| Immagine di presentazione dell'All Star Game di Toronto. |
All Star Friday
Ok è vero. Teoricamente dovrei parlare anche del Celebrity Game ma sinceramente non mi va molto semplicemente perché non l'ho visto e perché ritengo sia una cosa che non abbia nulla a che fare con il basket Nba, ma vi dirò comunque in che cosa consiste e come è terminato. Si tratta di una partita tra due squadre composte da attori, cantanti ed ex giocatori Nba che danno semplicemente "spettacolo" giocando al loro meglio. Quest'anno si sono scontrati il team Canada, allenato dal rapper Drake e il team Usa allenato dall'attore Kevin Hart. Ha vinto il team Canada 74 a 64 ed è stato premiato come Mvp la voce degli Arcade Fire Win Butler. Bene, archiviato il Celebrity Game posso introdurvi il Rising Stars Challenge, il primo vero e proprio evento dell'All Star week end. Da 2 anni a questa parte il Rising Stars Challenge consiste in una partita tra due squadre composte da dodici giocatori l'una con la particolarità di essere una squadra formata completamente da Rookie (ovvero i giocatori al primo anno in Nba) e Sophomore (ovvero i giocatori al secondo anno) di nazionalità statunitense, l'altra da Rookie e Sophomore proveniente dal "resto del mondo" ovvero di nazionalità non statunitense. Ma un altro motivo che ha spinto diversi italiani a seguire questo evento, oltre che per vedere tutti insieme i più promettenti giovani presenti in Nba, è stato la presenza di Ettore Messina, vice allenatore dei San Antonio Spurs e nuovo coach della nazionale italiana, che ha allenato il team "World". La partita si è giocata in due quarti da venti minuti ciascuno ed è stata caratterizzata da una difesa quasi inesistente che non ha infatti fatto sentire a proprio agio coach Messina, abituato a vedere da vicinissimo giocare gli Spurs, una delle squadre migliori in Nba dal punto di vista difensivo, ma anche lui ha dovuto adattarsi a questa tendenza. La partita si è conclusa con la vittoria del team Usa per 157 a 154 ed è stato premiato col il titolo di Mvp Zach LaVine, guardia dei Minnesota Timberwolves, che ha chiuso la partita con 30 punti e 7 rimbalzi. Degna di nota è stata però anche la prestazione del lettone Kristaps Porzingis, ala dei New York Knicks e migliore in campo per il tem World che ha messo a segno anche lui 30 punti.
Highlights del Rising Stars Challenge 2016.
All Star Saturday
Dopo lo spettacolo dell'All Star Friday passiamo all'All Star Saturday. Esso è composto da 3 eventi: lo Skills Challenge, il Three Point Shootout Contest e lo Slam Dunk Contest. È stata eliminata quest'anno (per fortuna a mio parere) la Shooting Stars Competition che consisteva in una gara di tiro da diverse posizioni tra due squadre composte da un giocatore Nba, un ex giocatore Nba, e una giocatrice della Wnba (in parole povere l'Nba femminile). Lo Skills Challenge consiste in una serie di prove di abilità (come palleggio, passaggio e tiro) e che è stata fino all'anno scorso una competizione alla quale potevano partecipare solo esterni, ovvero guardie e playmaker. Ma quest'anno è stata introdotta una novità : infatti, degli 8 partecipanti, 4 erano "lunghi", ovvero ali e centri. Ed è stato paradossalmente uno tra questi 4 a vincere, il Rookie Karl-Anthony Towns, centro dei Minnesota Timberwolves che ha battuto nello scontro decisivo Isaiah Thomas, guardia dei Boston Celtics. Dopo lo Skills Challenge si è tenuto il Three Point Shootout Contest (la gara di tiro da tre punti) che ha visto sfidarsi i migliori tiratori dall'arco dell'intera Nba. La gara consisteva nel segnare il maggior numero di canestri possibile in un minuto, tirando da 5 posizioni diverse oltre l'arco dei tre punti: angolo sinistro, ala sinistra, centro, ala destra e angolo destro. Tutti i canestri segnati valevano un punto eccetto i palloni a spicchi bianchi e rossi che valevano due punti. In più i giocatori potevano mettere nella posizione che preferivano un carrello formato da soli palloni da due punti. La sfida decisiva è stata tra i due migliori tiratori dell'Nba e compagni di squadra, Klay Thompson e Stephen Curry, campione uscente. Gli "Splash brothers" hanno dato vita a una gara all'ultima tripla che è stata però vinta da Thompson che ha segnato 27 punti contro i 23 del compagno di squadra. L'ultimo, e forse anche il più atteso evento dell'All Star Saturday è stato lo Slam Dunk Contest (la gara delle schiacciate) che ha visto confrontarsi in schiacciate spettacolari Will Barton, guardia dei Denver Nuggets, Andre Drummond, centro dei Detroit Pistons, Aaron Gordon, ala degli Orlando Magic e il campione in carica Zach LaVine, guardia dei Minnesota Timberwolves e fresco del titolo di Mvp del Rising Stars Challenge. Le schiacciate sono state valutate da una giuria, composta anche da leggende dell'Nba come Shaquille O'Neal, Hakeem Olajuwon, Isiah Thomas e Tracy Mcgrady, che doveva dare un voto alle schiacciate da uno a dieci. Lo spettacolo non è mancato di certo e Gordon e LaVine hanno dato vita a una sfida leggendaria che verrà ricordata negli anni come una delle più belle di sempre. Nonostante le schiacciate di Gordon siano sembrate più creative e a volte più spettacolari, Zach LaVine è riuscito a difendere il suo titolo e ad entrare nella storia come il primo giocatore a vincere questa manifestazione per due anni consecutivi.
Highlights dello Skills Challenge 2016.
Highlights della finale del 3 Point Shootout Contest tra Stephen Curry e Klay Thompson.
Highlights delle schiacciate di Zach LaVine e Aaron Gordon, finalisti dello Slam Dunk Contest 2016.
All Star Sunday
Ma eccoci arrivati all'evento clou del week end: l'All Star Game vero e proprio. Esso consiste in un partita tra i migliori 24 giocatori dell'Nba, 12 appartenenti alla squadre dell'Ovest e 12 appartenenti alla squadra dell'Est. I giocatori del quintetto base sono stati scelti dai voti del pubblico mentre i restanti sette dai rispettivi coach, Gregg Popovich, allenatore dei San Antonio Spurs per l'Ovest e Tyronn Lue, nuovo allenatore dei Cleveland Cavaliers per l'Est. Grande protagonista di questo All Star Game è stato sicuramente Kobe Bryant, che per la sua ultima partecipazione ha ricevuto un milione ottocento novantuno e seicento quattordicici voti ed è stato infatti il più votato. Prima dell'inizio della partita è stato celebrato Kobe Bryant con un video molto commovente che ripercorreva gli attimi più importanti della carriera della stella dei Los Angeles Lakers, al quale ha anche dedicato un discorso l'ex giocatore e bandiera dei Lakers e dell'Nba Magic Johnson. La partita è stata ovviamente spettacolare e si è conclusa con l'irreale risultato (e record complessivo di punti in una partita dell'All Star Game) di 193 a 173 per l'Ovest che vince così la competizione per il secondo anno consecutivo. L'Mvp è stato Russel Westbrook, playmaker degli Oklahoma City Thunder che vince il titolo per il secondo anno consecutivo. Il giocatore ad aver segnato più punti (41) è stato però Paul George, ala degli Indiana Pacers. Kobe Bryant ha lasciato il campo di gioco a 1 minuto dalla fine della partita ed è stato acclamato con una grande standing ovation. Una curiosità sull'All Star Game è stata la presenza dello sponsor Kia sulle maglie delle formazioni dell'Est e dell'Ovest e ciò potrebbe comportare la presenza di sponsor sulle maglie delle franchigie Nba nella prossima stagione. La partita non è stata troppo combattuta ed è sembrata quasi una festa per celebrare Kobe, condita di abbracci, scherzi, battute e ovviamente applausi. Ed eccoci quindi alla fine di questo week end di spettacolo puro. Da ora si entra nella fase calda della regular season Nba e dopo questa i Playoff e dato che per poter ammirare il prossimo All Star week end dovremo aspettare poco meno di un anno svaghiamoci seguendo questo attesissimo finale di stagione che sarà sicuramente al cardiopalma.
Highlights dell'All Star Game 2016.
Gianluca D'Angelo

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